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Pet therapy: cos'è?




Pet-therapy è il termine coniato dallo psichiatra infantile Boris Levinson, negli anni 60’, per definire una tecnica di terapia innovativa, la quale prevede il coinvolgimento attivo di un animale che gioca il ruolo di co-terapeuta nei processi di guarigione.
Lavinson mostrò come attraverso la pet-therapy si producessero effetti terapeutici positivi come: la diminuzione dell’ansia, il trasmettere calore affettivo, riuscire a superare lo stress e la depressione.
Ci sono 3 forme diverse di pet-therapy:

- La prima è definita come “attività assistite dagli animali” (AAA). Questa vede coinvolte persone di specifiche categorie, come non vedenti o soggetti anziani, e come obiettivo si prefigge il miglioramento della qualità di vita.
Sono interventi di tipo ricreativo, praticati in diversi ambiti (come nelle scuole, nei centri per anziani e in centri socio-terapeutici ) e tenuti da professionisti specificatamente formati o da volontari.
- La seconda sono le “attività educative assistite da animali” (AAE). Sono progetti diretti da professionisti nel campo dell’educazione con finalità più specifiche che riguardano la sfera emotiva, cognitiva ed educativa.

- La terza forma di pet-therapy è definita come “terapie assistite dagli animali” (AAT). In questo caso si hanno obiettivi ben specifici dove, anche gli animali coinvolti, devono presentare determinati requisiti poiché fanno parte integrante dei trattamenti volti a favorire il miglioramento delle funzioni fisiche, sociali, emotive e cognitive.
Gli animali che più vengono coinvolti in questa nuova forma di terapia sono: cani, gatti, conigli, volatili, delfini (delfinoterapia), asini (onoterapia) e cavalli (ippoterapia).
Chiara

Fonti:

Pet therapy ovvero AAA/AAE/AAT: storia, definizioni, ruolo del conduttore e fasi della progettazione. Susanna Coletto. Dispense I.N.S.C.A.
La scelta dell'animale da pet therapy. Aldo Violet. Dispense I.N.S.C.A.




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