Infatti, il cane e il suo conduttore portatore di handicap, sono chiamati a svolgere un percorso ad ostacoli, però che sia adattato alla disabilità del partecipante (per esempio, per coloro dotati di carrozzine motorizzate è sempre una gara a tempo, qualora però il partecipante presentasse delle problematiche motorie/fisiche che non gli permettano di correre, nel punteggio finale il tempo non sarà considerato).
La paragility dona ai portatori di handicap che la praticano, uno stato di benessere psico-fisico e contemporaneamente non presenta controindicazioni. Infatti è benefica, in quanto innanzitutto è un’attività che si pratica all’aria aperta, facilita la relazione con il cane, è un’attività dinamica e divertente, favorisce l’interazione con gli altri e l’integrazione sociale, aumenta l’autostima attaverso il raggiungimento di obiettivi condivisi, stimola la motricità e stimola le persone ad affrontare le difficoltà (e nello stesso tempo stimola a dare il meglio di se stessi per il fine della gara).
E’ però importante sottolineare che la paragility, nonostate i grandi benefici che dona alla persona che la pratica e il miglioramento della qualità della vita che ne consegue, è un’attività sportiva e non una terapia, proprio perché ha fini competitivi.
Possono
partecipare persone di qualsiasi età e cani di qualsiasi razza, anche se i più
portati rimangono le razze come il border collie, il pastore belga e lo
shetland.
Oggi, numerosi campi d’addestramento e club cinofili si stanno organizzando con corsi per la preparazione di istruttori competenti in paragility. Inoltre sono organizzati dei campionati, cui i binomi selezionati possono partecipare, fino a livelli mondiali.
Ilaria
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